Benefici dell’infusione con Metilprednisolone nella sindrome da distress respiratorio acuto in fase precoce
Uno studio, coordinato da Ricercatori dell’University of Tennessee a Memphis negli Stati Uniti, ha esaminato gli effetti dell’infusione prolungata di Metilprednisolone a basso dosaggio sulla funzione polmonare nei pazienti con ARDS ( sindrome da distress respiratorio acuto ), precoce, forma grave.
Allo studio hanno preso parte 91 pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto, con insorgenza inferiore o uguale a 72 ore; il 66% di questi pazienti presentava sepsi.
I pazienti sono stati assegnati in un rapporto 2:1 all’infusione con Metilprednisolone ( 1mg/kg/die ) oppure a placebo.
I pazienti sono stati trattati fino al 28° giorno.
L’endpoint primario predefinito era la riduzione di 1 punto nel punteggio del danno polmonare ( LIS ) o disintubazione con successo al 7° giorno.
All’analisi intention-to-treat, la risposta dei 2 gruppi ( 63 trattati e 28 di controllo ) è risultata divergente al 7° giorno, con il 68% dei pazienti trattati con il corticosteroide che hanno raggiunto una riduzione di un punto al punteggio LIS, contro il 35,7% del gruppo placebo ( p = 0.002 ).
Inoltre la percentuale dei pazienti con respirazione senza assistenza è stata più che doppia nel gruppo trattato con Metilprednisolone rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo ( 53,9% versus 25%; p = 0.01 ).
I pazienti trattati hanno presentato una significativa riduzione dei livelli della proteina C-reattiva, e al 7° giorno hanno presentato più bassi punteggi di danno polmonare e di sindrome da disfunzione d’organo multipla ( MODS ).
Il trattamento è risultato associato ad una riduzione della durata della ventilazione meccanica ( p = 0.002 ), della permanenza nell’unità di Terapia Intensiva ( UTI ) ( p = 0.07 ) e della mortalità nel reparto di terapia intensiva ( 20,6% versus 42,9%; p = 0.03 ).
I pazienti trattati avevano una bassa incidenza di infezioni ( p = 0.0002 ).
Lo studio ha mostrato che la down-regolazione dell’infiammazione sistemica era associata ad un significativo miglioramneto della disfunzione d’organo polmonare ed extrapolmonare, e ad una riduzione della durata della ventilazione meccanica e della permanenza nell’Unità di Terapia Intensiva. ( Xagena2007 )
Meduri GU et al, Chest 2007; 131: 954-963
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XagenaFarmaci_2007